Bova è un paesino minuscolo di appena 450 anime situato in provincia di Reggio Calabria, a quasi un chilometro sul livello del mare lungo il versante orientale dell’Aspromonte. Il paese, che a partire dal secondo dopoguerra è stato vittima di un graduale ma costante e massiccio impoverimento demografico che ha spinto molte persone a cercare fortuna nei comuni limitrofi o al di fuori dei confini calabresi, è raggiungibile grazie alla strada a scorrimento veloce che lo unisce alla vicina Bova Marina, distante appena 9 chilometri.
Capoluogo culturale della Bovesìa e, di riflesso, della cultura grecanica in Calabria, Bova ha origini molto antiche, forse risalenti addirittura all’età preistorica. In epoca classica, tra i secoli VIII e VI a.C. la zona fu occupata da coloni greci che, dopo aver assoggettato gli Ausoni, dovettero cedere il passo ai romani dopo la vittoria di quest’ultimi contro i cartaginesi. Il periodo di tranquillità sotto i romani durò poco e il paese fu sovente sottoposto ad incursioni barbariche e molti abitanti si rifugiarono sui monti circostanti dando vita al nucleo abitativo di Bova. Prima di vivere un periodo di relativa pace e prosperità sotto la dominazione feudale normanna, Bova dovette fare i conti con i saccheggi e le razzie da parte saracena ed araba. In epoca moderna la storia bovese fu ugualmente altalenante e la popolazione locale dovette fare i conti con la peste del 1577, il grave terremoto del 1783 e la riconquista da parte del cardinale Ruffo avvenuta verso la fine del Settecento; l’ultimo triste episodio legato a Bova riguarda il tragico bombardamento che gli anglo – americani perpetrarono nella zona durante i combattimenti del secondo conflitto mondiale mietendo diverse vittime tra la popolazione civile.
Da non perdere i ruderi del Castello, oggi praticamente in abbandono e situato su di una rope che domina il centro abitato; molto apprezzati anche i palazzi settecenteschi Nesci di Sant’Agata e Mesiani Mezzacuva e la cattedrale della Madonna della Visitazione, situata nel cuore del centro abitato e impreziosita da diverse opere d’arte al suo interno. Se vi rimane del tempo, non esitate a visitare la piccola chiesa di San Leo, costruita nel Seicento, e la Chiesa del Carmine, una cappella eretta dalla famiglia Mesiani durante il XVIII secolo. In una piccola piazza all’ingresso del centro abitato si può ammirare una locomotiva in onore dei bovesi che lavorano nel settore ferroviario: per trasportarla fino al punto in cui si trova è stato necessario allargare la carreggiata della strada che conduce fino al paesino.
Le principali manifestazioni culturali sono legate alle feste patronali in onore di San Leo, tra l’altro compatrono dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, che si tengono il 5 maggio. I festeggiamenti per San Leo ma anche quelli per San Rocco e per la Beata Vergine Assunta (15, 16 e 17 agosto) attraggono tanti fedeli, turisti ma anche molti bovesi emigrati nel corso degli anni. Tutte queste ricorrenze sono allietate dalla banda comunale, una delle più antiche in Italia (fu creata nel settembre del 1898) e che ha la particolarità di essere composta da 40 elementi, tutti di origine bovese.
In quanto capitale della cultura grecanica, Bova è caratterizzata ancor oggi dall’uso di diversi strumenti musicali di derivazione molto antica e di origine agro – pastorale come l’organetto, il tamburello, la zampogna, l’armonica a bottoni e il mandolino. La particolarità di questri strumenti, usati per lo più durante feste liturgiche, è legata non solo al fatto che sono costruiti dallo stesso musicista ma soprattutto al fatto che il loro apprendimento viene tramandato oralmente seguendo pedissequamente la tradizione bovese. Anche molti giovani sono legati a questa tradizione che, quindi, viene perpetrata nel corso degli anni evitandone così la dispersione.