“Arrivai in città ammirando la sua strana posizione. Costruita su una altura discende come un lungo nastro sul versante orientale della montagna, poi girandosi a guisa di S viene a distendersi lungo il mare…”: queste le parole che lo scrittore francese Dumas utilizzò per descrivere la città calabrese Scilla, piccola località che attualmente conta poco più di 5 mila anime, apprezzata non solo per la bellezza delle sue coste ma anche e soprattutto per il suo borgo, uno dei più antichi ed eleganti di tutta Italia, spesso luogo di incontro di numerosi artisti di ogni epoca e nazionalità.
L’assenza di documentazioni attendibili fa risalire la prima fortificazione di Scilla al V secolo a.C. quando, durante la tirannia di Anassilao, la città di Reggio Calabria raggiunse una vasta estensione che la mettesse al riparo dall’emergere di qualsiasi potenza rivale.
La principale attrazione turistica è il Castello Ruffo, situato sul promontorio scilleo, a strapiombo sullo Stretto di Messina, e che divide idealmente le due principali spiagge cittadine, quella di Marina Grande e quella di Chianalea. Superato il ponte che porta all’ingresso si può ammirare il portale di pietra sul quale campeggia lo stemma nobiliare della famiglia Ruffo e un’incisione che ricorda il restauro della fortezza avvenuto nel XVI secolo; una volta entrati nei saloni ci si perde nella magnificenza delle stanze di una delle casate più ricche dell’antico Regno di Napoli. La fortezza è spesso sede di convegni e mostre d’arte temporanee.
In estate è imperdibile la zona di Marina Grande, molto vicina alla stazione cittadina. La spiaggia è praticamente un’insenatura, considerato che è praticamente racchiusa tra il Castello Ruffo e il Belvedere Morselli, un bel terrazzino panoramico dal quale si può godere di qualche minuto di relax concedendosi una stupenda veduta sullo Stretto.
Proprio sotto il promontorio sul quale si trova il castello si può visitare la chiesa di Santo Spirito, costruita in età tardo barocca e sopravvissuta ai terremoti del 1783 e del 1908.
Da programmare assolutamente anche una visita al borgo di Chianalea (Piana delle Galee), denominata la “piccola Venezia” a causa dell’ubicazione delle abitazioni, praticamente posizionate sul mare. Una passeggiata tra le strette viuzze del borgo vi lascerà sbigottiti, potendo ammirare angoli a tratti inimmaginabili e perdendovi nelle tante chiese e fontane situate lungo queste strade. Bella anche la zona dello Scaro Alaggio, area tradizionalmente riservata all’approdo delle barche dei pescatori.
Numerosi anche i ristoranti che, arroccati nell’antico borgo, offrono l’opportunità di degustare i piatti più importanti della cucina tipica calabrese di Scilla.
A dieci chilometri dal centro urbano (circa un quarto d’ora in auto, ma ci sono anche escursioni organizzate e guidate), in località Melia di Scilla, tra i boschi di castagno ci sono le belle grotte di Tremusa (secondo la tradizione, il nome deriva probabilmente da tre statue di donne, poi trafugate nel corso dei secoli), di origine calcarea e adornate da innumerevoli stalattiti e stalagmiti, con le pareti coperte da fossili marini a causa del fatto che più di 5000 anni fa queste montagne rappresentavano parte del fondale marino. Le grotte sono ricche di leggende, tant’è che alcune narrano che se ci si infila nei vari cunicoli si possa addirittura giungere al mare.
Nelle zone circostanti, oltre a scorci paesaggistici di rara bellezza, ci sono specifiche aree destinate ai pic nic dove potersi concedere anche del buono e sano riposo.
Per gli amanti della cucina, a Scilla (come del resto in tutta la Calabria) si consigliano di mangiare i piatti a base di pesce spada, cucinato in tutti i modi possibili ed immaginabili: al forno, alla griglia, in padella o al sugo per condire i tipici “maccaruni” calabrese. Il tutto viene solitamente innaffiato dal gustoso vino locale, prodotto con uve zibibbo o coi limoni verdelli.